venerdì 21 febbraio 2020

La Rosa dei Venti





Una cosa che mi ha sempre affascinato è il nome dei venti. Il fatto che un vento a seconda della sua direzione abbia un nome secondo me è decisamente geniale.
Ho scoperto che le direzioni e quindi i nomi si riferiscono al vento che si avrebbe posizionandosi al centro del Mediterraneo: sull'isola di Malta.
Così era prassi fare nelle prime rappresentazioni cartografiche durante gli anni in cui i templari scorrazzavano per il Mediterraneo portando i pellegrini in Terra Santa e merci un po’ ovunque, o sull'isola di Zante, come si cominciò a fare verso la fine del Medioevo, quando Venezia dominava gli scambi per mare con l’oriente.
Immaginandosi quindi di essere posizionati nel Mediterraneo centrale, i nomi dei venti come li conosciamo oggi rimandano ad elementi chiari e conosciuti delle direzioni da cui spirano (perché il vento viene, la corrente va): elementi geografici, città, etc.
La Tramontana arriva da nord perché spira tra i monti, che siano le Alpi o i Balcani. Il vento di nord est, il Grecale, prende il nome dalla Grecia, che si trova a nord est rispetto a Malta. Da est, dove il sole si leva all’alba, soffia il Levante.
A sud est di Malta (o di Zante) c’è la Siria, da dove soffia lo Scirocco. Da sud arriva l’Ostro (dal latino auster, che indica il meridione) o Mezzogiorno. A sud ovest di Malta il califfato di Libia, che comprendeva anche la Tunisia e gran parte dell’Algeria, dà il nome al Libeccio.
Da ovest, dove il sole si pone al tramonto, soffia il Ponente. E da nord ovest, direzione in cui si trova Roma, Magistra Mundi, spira il Maestrale.
 Anticamente invece le cose erano ben più articolate, e le bussole nautiche riportavano rose dei venti a 32 punte, suddivise in quarte, dette anche rombi per la forma che si delineava nel disegnarle.
E si può andare ancora più indietro nel tempo, perché il vento è stato da sempre uno dei fenomeni che più ha affascinato l’uomo, e arrivare a scoprire i nomi dei venti utilizzati nell'antica Grecia: nella loro raffinatezza, i Greci rappresentavano i venti come semi dei, figli di Eolo, e nelle raffigurazioni di ciascun vento, come nei miti a loro associati, davano qualche indizio anche sul “carattere” di quel vento. Borea, suscettibile e tempestoso, viene rappresentato mentre rapisce la fanciulla che gli piaceva. Zefiro, che da ovest riporta le brezze tiepide di primavera, è un fanciullo coperto da un mantello fiorito. Austro che da sud porta pioggia è rappresentato con un otre pieno d’acqua in mano.


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