sabato 22 gennaio 2022

Recensione de "La teoria della carruba": a volte radici, a volte foglie in volo




"La teoria della carruba con brevi cenni a come non ho imparato a cucinare" è un libro scritto da Antonietta Di Vito, edito da "La bussola".

Un libro catartico, quasi curativo.
Ma non la scrittura curativa che ferisce e a volte uccide, quella della consapevolezza dell'età adulta, del giro di boa. È un bilancio tra passato e presente, tra vecchio e nuovo mondo, tra desideri e decisioni.

È un'indagine introspettiva, una ricerca di spiegazioni e motivazioni delle scelte fatte.
Quasi la consapevolezza e la giustificazione che tutto dipenda dalle origini, dalle radici. Roots

Nel libro si mescolano fatti di cronaca, ormai storia con racconti di famiglia, che, però, hanno lo stesso potere e la stessa forza nel percorso di crescita individuale dell'autrice.
Le immagini nitide di un quaderno di scuola o sbiadite e romanzate di un racconto di guerra sono accostate alla letteratura russa o agli studi antropologi di un popolo africano.

Il libro è scritto molto bene, scorre via come le giornate al mare da bambini quando è subito ora di uscire dall'acqua.
È un viaggio intimo e a tratti doloroso in una vita che non c'è più. È un libro di famiglia, ma non di una in particolare.
Parla di infanzia, di affetti e calore, di umiltà e lavoro. Parla della dignità delle famiglie di una volta.

Il titolo "la teoria della carruba" strizza l'occhio al nome di qualche teoria psicanalitica, ma racchiude in sé l'essenza polisensoriale del ricordo.

Lo consiglio a chi ha bisogno di riscoprire il passato per guardare con più serenità al futuro

"A volte radici, a volte foglie. Dei giorni siamo alberi e altri vento"

Insonnia

Nell'inquieta luce della sera conto i miei versi ad uno ad uno per dormire in attesa di una rivoluzione. C'è bisogno di prudenza anc...