mercoledì 4 novembre 2020

Blockhaus

 Ascolto le voci

di briganti e pastori

che sonnecchiano vacue

nel ricordo 


Respiro l'atmosfera

con la sete di parole lente

e rispondo

agli echi con cui bisbigliano le sibille


Nel vociare domenicale dei vivi

c'è un sussurro di neve

che ricopre le impronte scomposte.


Accarezzo con gli occhi,

le creste che sono madri e culla

del mio primo sognare d’autunno


quando con pudore quasi le toccavo

quelle cime,

con le dita innamorate

del vento degli Appennini


Abbiamo soltanto le nostre

mani, per tremarci addosso

tra caldi vapori e riverberi di sole


Scendo a valle mentre 

la luce fioca allunga le ombre

venerdì 25 settembre 2020

When September ends

Mille canti s’intrecciano nel cielo

e le rondini ritornano a casa.


Casa mia

sta raccolta in un piccolo ovunque,

appena un ventre di piazza

un monumento ai caduti

un muretto bianco

da cui respirare la fine dell'estate,


L’ho accarezzata

con la sabbia tutto intorno

a proteggere il segreto


E resto

in un'oasi di pace

a temprare lo sguardo

nel sole d'autunno

lunedì 14 settembre 2020

Solo i vecchi lo sanno

Il sole spento 

dalle cataratte

riscalda le loro mani macchiate.

Un timido sorriso tra le rughe

e un broncio che ha 90 anni.


Gli orologi con la carica

nel cassetto del comò 

non ticchettano più.

Stanchi 

come chi li ha riposti con ordine.


I passi sono lenti, 

discreti come ombre

ma nella mente i ricordi

vivi come luci.


Nella tasca 

dei pantaloni di fustagno

l'eleganza e l'anacronismo

di un fazzoletto di stoffa

stirato e piegato con cura


Solo loro sanno

come muta, un gesto

Piangono,

tra le pieghe


Le cose indispensabili

solo i vecchi, lo sanno

venerdì 31 luglio 2020

Spes contra spem

La speranza
affonda piano nella palude del sublime
e accarezza i boccioli dei nostri sogni.

In una lungimirante cecità
ci sono i ritagli
delle screpolature della notte

La luna ci accompagna
col profumo di buono e di mare

La filigrana del respiro
trema nella pause di ogni frase
e nelle estenuanti attese.

La tua aurora
si distende
sulle calde pareti
della mia anima

Vieni qui,
vieni a non mancarmi più.

lunedì 18 maggio 2020

Fuorifase

Dietro la mascherina 
La smorfia abbozzata
Di un sorriso soffocato

Una passeggiata sotto il sole
Con i capelli un po' bianchi
E mai così lunghi
 
Si respira
Distanti
una tentennante nuova normalità
E
Si respira
d'istanti di vita scordata

Il rumore della città, 
I colori del mercato, 
L'andirivieni di sacchetti firmati
Nelle mani di lattice 
nello struscio
sul corso

Ma
Sul manichino 
un cappotto a scacchi
E sulla vetrina due cartelli 
Sovrapposti
"vendesi" che copre per 3/4 
un arcobaleno e una a accentata

martedì 10 marzo 2020

Rintocchi

Un vecchio campanile stanco
lascia passare il tempo
come se non fosse suo.
Invidia il sole
e i respiri di brezza che asciugano
i legni abbandonati
nell'attesa molle del più tardi.
L’ultimo rintocco se ne va a dormire da solo,
tra le lenzuola stropicciate.
I letti sfatti raccontano storie
Notti accese
Corpi senza sonno
C’è poesia negli archivi scomposti delle congetture,
Si infiltra nelle intercapedini dei conflitti interiori
Versi di sogni tra le pieghe irregolari delle lenzuola
per chiedere alla vita un senso
che possa giustificare l’intreccio contorto
del fil rouge
E in tasca un po’ di dolcezza
per sigillare le ferite
e una birra belga da 8,5° per disinfettarle.



venerdì 21 febbraio 2020

La Rosa dei Venti





Una cosa che mi ha sempre affascinato è il nome dei venti. Il fatto che un vento a seconda della sua direzione abbia un nome secondo me è decisamente geniale.
Ho scoperto che le direzioni e quindi i nomi si riferiscono al vento che si avrebbe posizionandosi al centro del Mediterraneo: sull'isola di Malta.
Così era prassi fare nelle prime rappresentazioni cartografiche durante gli anni in cui i templari scorrazzavano per il Mediterraneo portando i pellegrini in Terra Santa e merci un po’ ovunque, o sull'isola di Zante, come si cominciò a fare verso la fine del Medioevo, quando Venezia dominava gli scambi per mare con l’oriente.
Immaginandosi quindi di essere posizionati nel Mediterraneo centrale, i nomi dei venti come li conosciamo oggi rimandano ad elementi chiari e conosciuti delle direzioni da cui spirano (perché il vento viene, la corrente va): elementi geografici, città, etc.
La Tramontana arriva da nord perché spira tra i monti, che siano le Alpi o i Balcani. Il vento di nord est, il Grecale, prende il nome dalla Grecia, che si trova a nord est rispetto a Malta. Da est, dove il sole si leva all’alba, soffia il Levante.
A sud est di Malta (o di Zante) c’è la Siria, da dove soffia lo Scirocco. Da sud arriva l’Ostro (dal latino auster, che indica il meridione) o Mezzogiorno. A sud ovest di Malta il califfato di Libia, che comprendeva anche la Tunisia e gran parte dell’Algeria, dà il nome al Libeccio.
Da ovest, dove il sole si pone al tramonto, soffia il Ponente. E da nord ovest, direzione in cui si trova Roma, Magistra Mundi, spira il Maestrale.
 Anticamente invece le cose erano ben più articolate, e le bussole nautiche riportavano rose dei venti a 32 punte, suddivise in quarte, dette anche rombi per la forma che si delineava nel disegnarle.
E si può andare ancora più indietro nel tempo, perché il vento è stato da sempre uno dei fenomeni che più ha affascinato l’uomo, e arrivare a scoprire i nomi dei venti utilizzati nell'antica Grecia: nella loro raffinatezza, i Greci rappresentavano i venti come semi dei, figli di Eolo, e nelle raffigurazioni di ciascun vento, come nei miti a loro associati, davano qualche indizio anche sul “carattere” di quel vento. Borea, suscettibile e tempestoso, viene rappresentato mentre rapisce la fanciulla che gli piaceva. Zefiro, che da ovest riporta le brezze tiepide di primavera, è un fanciullo coperto da un mantello fiorito. Austro che da sud porta pioggia è rappresentato con un otre pieno d’acqua in mano.


Lunedì


Quando la mente duole
il pensiero mi porta
dove vive sola l’ombra dei ricordi.

Un lieve soffio di vento
trascina con sé
cocci sparsi, di speranze vane

Foglie su un albero
gracili
debolmente appese
resistono
in attesa della stagione
che le porterà via

venerdì 7 febbraio 2020

Agevolazione Irpef

Scrivo a cuore contratto,
accarezzo le ombre della notte
È tutto così semplice,
così comodo:
un camino, una tavola apparecchiata
un mutuo ventennale.

Al ritmo del chiaroscuro,
dalla finestra
osservo
la danza delle nuvole.

I raggi del sole dissipano il buio
e nel silenzio del frastuono
sorgono come in sogno
meteore di favola
che si fanno poesia,
di un mondo dove si respira
come sul tetto della terra.

Se trovi un mondo perfetto
nascondilo,
e accontentati di quel che rimane
di un po’ di latte versato 
Respiro la rinuncia e l’ebbrezza 
del cercare l'inestinguibile esigenza di restare a galla

Cerco
parole che condensano l'anima
e alitano spirito leggero
con la consolazione di una stanza imperfetta,
e la speranza di trovare il disordine di un sorriso.




giovedì 16 gennaio 2020

Apnea


Respiro l’aria smarrita
di un sorriso appena abbozzato
di nostalgia
e in un abbraccio imperfetto
cerco la magia.

La mia mente
distesa come il cielo nel suo vento,
a sillabare le attese di una vita.

Affamata di parole
spilucco radi silenzi
al ritmo di una musica sussurrata.
L’incanto di queste note un po’ stonate
assomiglia alla meraviglia
di attraversare un’onda
in immersione:
delirio
di luce,
di azzurro,
di blu.

Verso la riva mi sospinge
il rumore dei passi mai sentiti
Nascosta
nell'angolo dove anche il mare
conserva i suoi segreti.

Insonnia

Nell'inquieta luce della sera conto i miei versi ad uno ad uno per dormire in attesa di una rivoluzione. C'è bisogno di prudenza anc...