martedì 31 dicembre 2019

31/12/2019: una pillola di italiano al giorno e questa è l'ultima!


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La pillola di italiano di oggi è l'ultima pillola di italiano di questo blog, almeno fino a prova contraria. 
Ed ho scelto l'espressione "pezzo da novanta" come ultima espressione da spiegare.


Nel linguaggio comune viene definito pezzo da 90 una persona importante e, quasi sempre, con grande influenza. 
In realtà il pezzo da 90 indicava un cannone con calibro di 90 mm e bocca da fuoco lunga 53, il calibro utilizzato durante la seconda guerra mondiale.

Alcuni pensano che questa espressione derivi proprio da qui e dal termine siciliano con cui veniva indicato “Pezz i nuvanta”. Secondo altri, invece, questa espressione affonda le radici nell'ambiente popolare siciliano nel quale il pezzo da novanta era un petardo di ferro molto grande che veniva sparato nelle feste di paese in Sicilia per concludere lo spettacolo dei fuochi d’artificio o nelle notti di San Silvestro, come oggi!

lunedì 30 dicembre 2019

30/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione "fare il biscotto"
Questa espressione viene solitamente utilizzata in campo sportivo e con essa si indica una situazione nella quale due squadre (nel calcio) o due singole persone (nel caso di altri sport), si mettono d’accordo per trarne vantaggio reciproco a svantaggio di altre società o persone.  “Fare il biscotto” è diventato così sinonimo di combine, di “truccare a proprio vantaggio” l’esito di una gara. 
Origine
Questo modo di dire deriva dal mondo dell’ippica, in particolare dagli ambienti delle scommesse clandestine. Il “biscotto” in questione sarebbe una galletta, impastata con sostanze proibite (stimolanti o sedative), che viene dato da mangiare a uno o più cavalli prima della gara, per alterare il risultato della competizione per guadagnare dalle scommesse.
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domenica 29 dicembre 2019

29/12/2019: una pillola di italiano al giorno


 dipinto a mano pittura a olio astratta dipinto a mano su tela decorazione della casa



La pillola di italiano di oggi è l'origine della parola "soqquadro"

Soqquadro vuol dire grande disordine

Origine
Viene dalla locuzione “sotto squadro” che propriamente sarebbe lo scompiglio causato dal togliere un elemento di sostegno che tenga a squadro l'angolo di un muro.

È una parola celebre perché ci è tramandata come l'unica della lingua italiana ad essere scritta con una doppia "q". Il motivo di questa eccezione è contingente: per lunghi secoli la grafia di suoni analoghi è stata incerta, e i raddoppiamenti "cq" e "qq" sono stati entrambi varianti accettate (per cui si poteva veder scritto "aqqua" e "socquadro"). Ma essendo il "cq" già presente nella grafia latina, ha semplicemente prevalso. "Soqquadro", però, appartenendo alla nicchia lessicale del gergo dei muratori, non è stato travolto dall'uso invalso del "cq", e si è conservato in questa forma eccezionale.
Curiosità: "soqquadro" non è l'unica parola con la doppia "q". In musica esiste un simbolo che indica l'annullamento delle alterazioni di diesis e bemolle: si chiama "bequadro" o "biquadro", ma può anche essere scritto "beqquadro" o "biqquadro".

sabato 28 dicembre 2019

28/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la spiegazione del perché si dice che la cicogna porti i bambini


La cicogna bianca è considerata simbolo di fortuna e prosperità già dall'antichità. La leggenda secondo cui porterebbe i bambini nelle case, tenendoli in un fagottino poi fatto calare nei comignoli, è nata nei Paesi del Centro-nord Europa. In quelle zone, anche in primavera, quando il numero delle nascite era maggiore, i camini restavano accesi a lungo nelle case dove c’era un neonato. Al calduccio. 
Le cicogne, che proprio in quel periodo tornano in Europa dai Paesi africani, approfittavano del tepore in uscita dai comignoli per fare il nido. Non era quindi la cicogna a portare i bambini ma, al contrario, erano questi, con il calore che regnava nella loro casa, a richiamare le cicogne.

venerdì 27 dicembre 2019

L'alchimia dell'equilibrio

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Il tempo
fugge nel sogno
per non essere interrogato
somiglia al vento
quando si scrolla di dosso
le foglie morte
dei momenti passati.

Il sole si nasconde
dietro nubi di parole,
e al mondo non rimangono
nemmeno le emozioni.
È giunta l’ora di cambiare
una vita troppo uguale,
in un istante di sospensione
dove il tempo si annulla,
il respiro si placa,
lo spazio si svuota.
e cercare un cielo azzurro,
con nuovi orizzonti per volare.

27/12/2019: una pillola di italiano al giorno


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La pillola di italiano di oggi è la curiosa etimologia della parola "triviale".

Triviale è un aggettivo che vuol dire volgare, grossolano, scurrile. 

Origine
Viene dal latino trivialis, derivato di trivium, composto di tri- tre e via. 

Questa parola, di registro piuttosto alto, prende il suo significato da un riferimento etimologico curioso: il trivio, cioè l'incrocio di tre vie. 

Ora, l'incrocio di tre vie si presume sia uno snodo importante, tanto in città quanto in campagna,  e oltre a essere trafficato, è un punto di ritrovo, magari con bettola annessa, molto frequentato dal popolo. 
Perciò il triviale è passato ad indicare il volgare, il grossolano, il dozzinale: ciò che va bene per il trivio.

26/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la parola curiosa Mitridatizzare


Mitridatizzare significa assuefare gradualmente a un veleno

Origine
La parola ha origine dal nome di Mitridate VI, detto il Grande, re del Ponto - zona che si affaccia sul Mar Nero nel nord est dell'odierna Turchia - vissuto a cavallo fra il secondo e il primo secolo avanti Cristo. 
Assumendo costantemente dosi non letali di un veleno, il corpo vi si abitua, e il veleno cessa di avere i propri effetti distruttivi. 
Lo sapeva Crautea, medico del re Mitridate, il quale in un momento politico di grande concitazione, temendo di essere ucciso in una congiura, gli chiese un antidoto che lo rendesse immune ai veleni. Così Crautea iniziò a somministrargli piccole dosi di tutti i veleni conosciuti al tempo - e Mitridate, assuefatto, non poté più morire avvelenato. Tanto che, alla fine delle lunghe guerre contro Roma, trovatosi sopraffatto dalle esplosive campagne militari di Pompeo ed essendo tutto perduto, volendosi togliere onorevolmente la vita, anche ingerendo una grossa quantità di veleno non vi riuscì e dovette uccidersi con una spada. 
Ad oggi il suo nome resta nel curioso ed eloquente fenomeno del mitridatismo - immunità tramite assuefazione 


mercoledì 25 dicembre 2019

25/12/2019:una pillola di italiano al giorno


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La pillola di italiano di oggi è la parola curiosa “prefica” 

Una prefica è una donna che a pagamento canta o si lamenta durante i funerali e durante le veglie dei parenti deceduti 

Origine 

Viene dal latino praefica, derivato di praeficere preporre, composto da prae avanti e facere fare. 


L’origine della parola e quindi dell’attività risale all'antica Roma, quando le prefiche precedevano i portatori di fiamma, cantando lamenti funebri e innalzando lodi al morto. Alcune si spingevano a graffiarsi il viso o a tagliarsi ciocche di capelli. Sebbene l’uso di queste donne fu proibito dalla legge delle XII Tavole compilate nel 451-450 a.C., nell'Italia meridionale la tradizione si conservò fino agli anni ’50.

Oggi è una tradizione che ci sembra ridicola, e questa è un'impressione che emerge con forza nell'uso di questa parola - quasi sempre ironico, piuttosto sprezzante. Va notato che spesso la figura della prefica, nell'uso, è approssimata semplicemente alla persona piagnona.

martedì 24 dicembre 2019

24/12/2019:una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la parola rara DIMERGOLARE

Dimergolare vuol dire rimuovere un chiodo agitandolo; scuotere; barcollare, tentennare
Ci sono centinaia di gesti minutissimi che compiamo senza dar loro un nome. Questo è uno di quelli, ma si può rimediare: davanti a qualcosa (pensiamo un chiodo) rimasto conficcato (pensiamo nel legno) cerchiamo di rimuoverlo con la stretta delle dita o con una pinza. Il movimento che facciamo, specie se non c'importa molto di rovinare il materiale in cui è confitto, è il dimergolare. Una serie di movimenti da una parte all'altra, o circolari, che lo smuovono e gli allargano lo spazio perché possa essere divelto. Un movimento che abbiamo naturalmente nelle mani, più che nelle parole.

Origine
La parola ha origine dal latino demergulare, derivato da merga 'forcone' e fa riferimento al movimento che si fa per muovere i covoni: infilate le punte nel fascio di spighe, per poi posarlo si deve scrollare il forcone - e di qui nasce il dimergolare, che in riferimento al chiodo trova un uso speciale rispetto a questo generale scuotere. 

lunedì 23 dicembre 2019

23/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la curiosa origine di alcune parole che indicano dei colori


Avana

Dal colore del sigaro chiamato Avana perché proveniente dalla capitale di Cuba, L’Avana.


Azzurro

Importato dagli Arabi, è la voce persiana lazward. Nelle lingue derivate dal latino, però, la “l” iniziale fu scambiata per l’articolo arabo “al-” e quindi sottratta. Sopravvive in lapislazzulo, “pietra azzurra”.


Bordeaux

Dal colore del vino francese, corrispondente al nome della città di Bordeaux.


Cremisi

Deriva dal nome arabo della cocciniglia, qirmiz, a sua volta dal persiano kimr (verme), da cui qirmizi, cioè “colore che si estrae da tale insetto” (il nome scientifico è appunto Kermes vermilio). Da animali anche perla, salmone, camoscio...


Fucsia

Dal nome del fiore delle piante del genere Fuchsia, scoperte a Santo Domingo nel 1693 da Charles Plumier, botanico di Luigi XIV, e così chiamate in onore di Leonhart Fuchs, autore di un erbario illustrato.


Granata

Dalla mela granata (o melograno), secondo altri dalla pietra preziosa. Molti colori sono ispirati al mondo vegetale: viola, rosa, glicine, pervinca, limone, arancione, amaranto, lavanda, malva, fragola...


Lilla

La parola è araba, lilak, o persiana, lilang, curiosamente derivata dall'antico termine indiano nilah che indica però un colore diverso, il blu scuro.


Indaco

Sta per “indiano” e individuava un colorante d’origine vegetale, importante per la produzione tintoria del Medioevo, quando in italiano si diceva ancora indico per “indiano”, dal greco indikon.


Magenta

Magenta (Mi) è il comune dove si combatté aspramente nel 1859 tra franco-piemontesi e austriaci. Il colore, battezzato così in Francia, ricorda il sangue sparso.


Turchese

Dal colore azzurrognolo della “pietra turca”. Turchese, al pari di turchino, appartiene all'italiano antico col valore di “turco”.
fonte: Focus

domenica 22 dicembre 2019

22/12/2019: una pillola di italiano al giorno


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La pillola di italiano di oggi è l'origine della parola "Paziente"

Paziente vuol dire  persona abitualmente od occasionalmente disposto a moderazione, tolleranza o rassegnata sopportazione. 
Oppure Persona affetta da una malattia, in quanto affidata alle cure di un medico 

Origine 

Il termine deriva dal verbo latino patire, che significa soffrire, sopportare. Un paziente è quindi una persona che soffre, ma anche che ha pazienza. Infatti, da patire deriva anche la parola pazienza.
Come prevedeva il quadrifarmaco di Epicuro, se un dolore dura molto, allora è sopportabile, ed è proprio la capacità di sopportazione sfoderata dal sofferente a generare il primo significato che ha "paziente" come aggettivo. Il paziente diventa colui che, per disposizione caratteriale o per strenue volontà, affronta con tranquilla sopportazione ogni disagio e avversità - inclinazione di gran virtù. E sulla linea di questo significato, il paziente si estende anche a indicare il meticoloso, il preciso, il costante: refrattario alla noia e alla fretta.

Multilingue
Il termine paziente si è conservato simile in moltissime lingue. In inglese (patient), francese (patient), tedesco (Patient), olandese (patiënt) e danese (patient) la parola è sostanzialmente identica. Mentre in spagnolo e portoghese si dice paciente. Altre lingue usano termini comunque molto simili a questi: pacient (ceco), pacjent (polacco)... 



sabato 21 dicembre 2019

21/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione "Fare il bucato"

Con l'espressione "Fare il bucato" si indica l'attività di lavaggio dei panni e della biancheria.

Origine

Il termine “bucato” deriverebbe da bukòn, una parola francone (il ceppo di lingue germaniche parlate nell'allora Regno dei Franchi) che significava “lavare”. In italiano questo verbo si è trasformato in “bucare”, e quindi “fare il bucato”.
Ma è anche possibile che l’espressione “fare il bucato” derivi da un metodo che si usava per lavare i panni prima dell’avvento di detersivi e lavatrici.

Nel Medioevo le donne mettevano i panni in un recipiente di legno o di terracotta, che poi coprivano con un telo bucherellato (ceneraccio). Quindi vi rovesciavano sopra un composto di acqua bollente e cenere di legna (ranno o liscivia), che fungeva da detersivo. Il telo bucato filtrava la cenere del ranno che puliva bene i panni. Il “bucato” veniva poi sciacquato nelle fontane.
Nel mondo: 
“Fare il bucato” si dice anche in castigliano (hacer la colada) e in catalano (fer la bugada). In inglese, francese e tedesco si dice “fare il lavaggio”, rispettivamente: to do the washing, faire la lessive e die Wäsche waschen. In portoghese è “lavare la roba”: lavar a roupa.


venerdì 20 dicembre 2019

20/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è una curiosità su "Tizio, Caio e Sempronio"


Tizio, Caio e Sempronio sono i nomi di tre ipotetiche persone, utilizzati in italiano per indicare una qualsiasi persona presa ad esempio. 


Origine
I tre nomi compaiono per la prima volta riuniti nelle opere di Irnerio, giureconsulto medievale dello Studio di Bologna. Una classica interpretazione è la seguente: 

· Tizio = Tiberio Gracco; o un Titius qualsiasi; 

· Caio = Gaio Gracco, fratello di Tiberio; 

· Sempronio = Sempronio Gracco, padre di Tiberio e Gaio. 

Erano i nomi più diffusi nell'esemplificazione giuridica, e attraverso i manuali di diritto sono entrati nell'uso comune al punto che "Tizio" è divenuto sinonimo di "un tale"; spesso sono scritti con l'iniziale minuscola e si trovano anche le sue flessioni (maschile, femminile, singolare, plurale) 

Sempronius era già usato nell'epoca classica, specialmente nel Digesto di Giustiniano. Gaius, oltre ad essere uno dei più diffusi praenomina romani, i nomi di persona, era il nome di un famoso giureconsulto, per cui doveva facilmente venire alla memoria dei giuristi, che per primi utilizzarono questi personaggi ipotetici. 

Altri nomi utilizzati per lo stesso scopo (più raramente e recenti, usati in genere quando i primi tre non sono sufficienti) sono Mevio, Filano e Calpurnio.

In inglese l’equivalente dell’espressione è “Tom, Dick and Harry”, oppure è abbastanza in voga il modo di dire “Jack and Jill”, in spagnolo “Fulano, Zutano y Mengano”, in francese si dice: “Pierre ou Paul”. 

giovedì 19 dicembre 2019

19/12/2019: una pillola di italiano al giorno



La pillola di italiano di oggi è una curiosità sull'espressione "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago..."

E’ una delle frasi più celebri in assoluto del Nuovo Testamento, e si trova sia nel Vangelo di Luca che quello di Matteo:

E’ più facile infatti per un cammello passare per la cruna d’un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio! (Luca 18:25)

Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio (Matteo 19:24) 
Il significato è chiaro: per godere del regno dei cieli bisogna essere poveri, poiché la ricchezza conduce alla perdizione. 
Molto particolare, però, è la scelta del cammello, la quale ha fatto aggrottare le ciglia a generazioni di fedeli e non.
La spiegazione potrebbe stare in un errore di traduzione: le possibilità, in tal caso, sono addirittura tre.
La prima ipotesi è che risalga ai tempi di San Gerolamo, il patrono dei traduttori, che tradusse in latino parte dell’Antico Testamento greco e successivamente l’intera Bibbia, dando vita alla Vulgata. Egli, distrattamente, potrebbe aver trascritto “kamelos” al posto del molto simile “kamilos“, che però ha un significato differente, indicando una grossa fune o una gomena di nave.
Un’altra possibilità è che si tratti di un caso di iotacismo, cioè di un errore di scrittura, frequente nei manoscritti greci, dovuto alla confusione dei grafemi “i” “ē“, “ei”, “oi” e “y”, che nel greco tardo e bizantino avevano tutti assunto la medesima pronuncia i della lettera iota.
La terza ipotesi fa riferimento alla versione aramaica e considera una possibile confusione tra i termini “gamla” (cammello) e “gamta” (filo robusto).
In tutti e tre i casi la versione corretta sarebbe “E’ più facile che una grossa fune passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio“. Sicuramente l’espressione perderebbe di particolarità, ma il significato non cambierebbe. L’utilizzo di “gomena” inoltre sarebbe più azzeccato considerando gli apostoli erano pescatori

mercoledì 18 dicembre 2019

18/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'origine della parola desiderio

Il desiderio è un sentimento di ricerca appassionata o di attesa del possesso, del conseguimento o dell'attuazione di quanto è sentito confacente alle proprie esigenze o ai propri gusti oppure è un bisogno, una necessità.

L’etimologia della parola desiderio è una delle più misteriose e suggestive della lingua italiana. Questo termine deriva dal latino De-sidera, composto dalla preposizione de- che indica lontananza e privazione, e dal termine sidus che significa stella. Desiderare significa quindi, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza delle stelle”, di quei buoni presagi, dei buoni auspici e quindi per estensione questo verbo ha assunto anche l’accezione corrente, di «sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di quanto possa appagare un proprio bisogno fisico o spirituale».

martedì 17 dicembre 2019

17/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione "Uovo di Colombo"

Si dice che qualcosa è un "uovo di Colombo" quando si vuole descrivere un modo incredibilmente banale di risolvere un problema che sembrava senza soluzione.

Origine
Si narra che Cristoforo Colombo venne invitato a una cena al suo ritorno dall'America e che durante tale banchetto alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire le sue imprese, dicendo che chiunque ci sarebbe riuscito. Ebbene Colombo li sfidò a mettere un uovo diritto sul tavolo, senza che cadesse. Non riuscendoci, i gentiluomini sfidarono Colombo, chiedendo anche a lui di farlo: il navigatore batté leggermente l’uovo sul piano e lì lo lasciò, dritto e fermo. Gli spagnoli si lamentarono affermando che anche loro potevano fare una cosa così e Colombo rispose che loro l’avrebbero potuto fare, ma lui l’aveva fatto.

lunedì 16 dicembre 2019

16/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione "Perdere la tramontana"

Perdere la tramontana vuol dire perdere la testa, perdere il controllo di sé stessi, arrabbiarsi , andare in collera.


Origine
E' un'espressione che viene dal mondo marinaresco, in passato, la stessa polare veniva anche chiamata “Stella Tramontana” che era il punto di orientamento per i navigatori, soprattutto prima dell'invenzione della bussola.
Quindi perdere la tramontana voleva dire perdere il nord e quindi l'orientamento. Senza orientamento ci si poteva smarrire e quindi, per estensione, vuol dire perdere il controllo.

domenica 15 dicembre 2019

15/12/2019: una pillola di italiano al giorno

MORTADELLA

La pillola di italiano di oggi è la parola curiosa "Sbolognare"


Sbolognare vuol dire sbarazzarsi di un oggetto di scarso valore, o di una persona sgradita; in particolare, dare via monete false o fuori corso


ORIGINE

Ci sono varie versioni sull'origine della parola sbolognare. Quel che è certo è il suo legame con la città di Bologna.

Nell'Ottocento era già nota la forma ‘bolognare’ come sinonimo di imbrogliare: il riferimento, infatti, era proprio al ‘bolognino’, un’antica moneta bolognese che pur andata fuori corso continuava a circolare.

Originariamente dunque il termine era ‘bolognare‘ (inteso dapprima col significato di pagare e poi con quello di vendere con furbizia), con l’aggiunta successiva della ‘s’ con funzione derivativa. Questo ne attesta ancora di più il legame con Bologna, dove venivano prodotti oggetti di oro falso o comunque di bassa lega, venduti di solito come merce preziosa.


La versione più accreditata sul perché si dice ‘sbolognare’, arriva perciò proprio dalla Bologna medievale, dove si realizzavano non solo oggetti di oro falso ma anche le monete false migliori di tutto il Nord Italia. La tecnica era molto interessante: le monete d’argento venivano ricoperte con princisbecco o delle leghe similoro (leghe di rame, zinco, stagno, simili all'oro) conosciute anche come ‘oro di Bologna’. Da ‘bolognare’ dunque a ‘sbolognare’, che assunse nel tempo un significato preciso: da imbrogliare e vendere con furbizia, al significato, molto più buffo e scanzonato di oggi.

sabato 14 dicembre 2019

14/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'etimologia della parola: CIAO

La parola ciao è la più comune forma di saluto amichevole e informale della lingua italiana. Essa è utilizzata sia nell'incontrarsi, sia nell'accomiatarsi, rivolgendosi a una o più persone a cui si dà del tu.

ORIGINE

"Ciao" è entrato nella lingua italiana solo nel corso del Novecento. Deriva infatti dal termine veneto (più specificamente veneziano) s'ciao, proveniente dal tardolatino sclavus, traducibile come "[sono suo] schiavo".Si trattava di un saluto assolutamente reverenziale, variamente attestato nelle commedie di Carlo Goldoni. 
Nonostante ciò, a partire dall'Ottocento si diffuse come saluto informale prima in Lombardia, dove venne alterato assumendo la forma "ciao". Nello stesso periodo cominciò a penetrare nella lingua italiana, tanto che nel suo Dizionario della lingua italiana Niccolò Tommaseo constatava, con un certo rammarico, come anche in Toscana qualcuno cominciasse ad usare la formula "vi sono schiavo".Fu tuttavia la forma lombardizzata "ciao" a fare fortuna e nel secolo successivo si diffuse in tutta la Penisola.

venerdì 13 dicembre 2019

13/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la spiegazione dell'espressione "zona Cesarini"


L'espressione zona Cesarini è usata per indicare i minuti conclusivi e di recupero in un evento sportivo, in particolare nel calcio. L'espressione è usata anche nel linguaggio comune per indicare fatti avvenuti, o situazioni cui si è posto rimedio, in extremis.


Origine
Il nome deriva dal calciatore Renato Cesarini, mezzala della Juventus nella prima metà degli anni 1930, il quale realizzò diversi gol nei minuti finali di partita (pur se non tutti decisivi ai fini del risultato), anche contro avversari come Napoli e Torino. 

La locuzione fu ufficialmente coniata in occasione di un incontro tra nazionali, che il 13 dicembre 1931 (proprio oggi sono ben 88 anni) vide contrapposte a Torino l'Italia e l'Ungheria in una partita valida per la Coppa Internazionale: la gara, agonisticamente tesa, fu risolta al 90' (quindi ancora nel tempo regolamentare) da una rete di Cesarini che decise il risultato in favore degli Azzurri, vittoriosi per 3-2. La domenica successiva, il giornalista Eugenio Danese parlò di "caso Cesarini" riferendosi a una rete segnata all'89' della partita di campionato tra Ambrosiana-Inter e Roma (2-1). 
Il termine "zona" fu probabilmente preso a prestito dal gioco del bridge, dove indica la fase finale di una partita.

giovedì 12 dicembre 2019

12/12/2019: una pillola di italiano al giorno


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La pillola di italiano di oggi è una curiosità sul nome del quotidiano "Il Resto del Carlino"

Il Resto del Carlino è il giornale simbolo di Bologna e uno dei più antichi fra i quotidiani italiani tuttora in vita, fondato nel 1885. È il primo quotidiano per diffusione in Emilia-Romagna e Marche, nonché il settimo quotidiano più diffuso in Italia. 

Origine
Nel 1885 a Firenze si vendeva un giornale chiamato "Il Resto al sigaro". Prezzo nelle tabaccherie di 2 centesimi. Un sigaro costava 8 centesimi e quindi per i negozianti era era facile collegare la vendita dei due prodotti. Doppio affare in un colpo solo. Un gruppo di amici bolognesi decise di esportare l’idea a Bologna. Erano Cesare Chiusoli, Giulio Padovani e Alberto Carboni. A Bologna allora andavano per la maggiore titoli di giornali scanzonati come "La Striglia", "La Frusta", "Lo scappellotto". I fondatori scelsero "il Resto… del Carlino" . Il Carlino era stata una moneta dello stato Pontificio coniata dal XIII secolo al 1796. Con l’Unità d’Italia la moneta da 10 centesimi di lire continuava a circolare chiamata Carlino. I puntini di sospensione erano ironici: a Bologna “dare il resto del carlino” significava “regolare i conti” e, per estensione, "pungolare i potenti e fustigare i prepotenti".

mercoledì 11 dicembre 2019

11/12/2019: una pillola di italiano al giorno


Risultati immagini per vari tipi di daltonismo

La pillola di italiano di oggi è l'etimologia della parola DALTONISMO

Il daltonismo o discromatopsia è una cecità ai colori, ovvero un'inabilità a percepire i colori, del tutto o in parte. È un difetto del cromosoma X, quindi di natura prevalentemente genetica.

Origine
La parola “daltonismo” deriva dal nome di John Dalton, chimico, fisico, meteorologo e insegnante inglese (1766 – 1844), membro della Royal Society di Londra, che nel 1803 fu il primo che cercò di descrivere l’atomo. Il giovane John Dalton un giorno comprò un paio di calze convinto che il loro colore fosse marrone-bluastro, ma una volta tornato a casa la madre gli fece notare che erano color rosso acceso. Il giovane chimico inglese cominciò così a studiare il suo difetto ottico, che descrisse nell’articolo “Fatti straordinari legati alla visione dei colori”, pubblicato nel 1794. Quando morì, per sua stessa volontà, i suoi bulbi oculari furono asportati per essere studiati; conservati per oltre cento anni, hanno rivelato che Dalton era affetto da deuteranopia (impossibilità di distinguere il rosso dal verde).

martedì 10 dicembre 2019

10/12/2019: una pillola di italiano al giorno



La pillola di italiano di oggi è la curiosità sull'alfabeto telefonico italiano

Il cosiddetto alfabeto telefonico oppure alfabeto fonetico italiano è un metodo (mai formalmente standardizzato) per indicare le lettere dell'alfabeto latino, utilizzato per indicare l'ortografia di una parola effettuando la compitazione (spelling) della stessa. Il suo uso è limitato esclusivamente all'ambito civile, nelle comunicazioni militari viene utilizzato l'alfabeto NATO.

L'alfabeto telefonico è basato perlopiù su nomi di città italiane importanti e non su nomi propri di persona come accade invece in parecchie lingue, come il francese o il tedesco. In questo, l'italiano ha un comportamento analogo allo spagnolo

Alfabeto telefonico SEMI-ufficiale italiano

A di Ancona
B di Bari – di Bologna
C di Catania – di Como
D di Domodossola
E di Empoli
F di Firenze
G di Genova
H indicata semplicemente come acca, oppure di Hotel
I di Imola – di Imperia
J indicata semplicemente come i lunga, oppure di Jolly
K indicata semplicemente come cappa, oppure di Koala
L di Livorno
M di Milano
N di Napoli
O di Otranto
P di Palermo
Q di Quarto – di Quadro
R di Roma
S di Savona – di Sassari
T di Torino – di Taranto
U di Udine
V di Venezia – di Verona
W vu doppia, o di Washington
X indicata semplicemente del suo nome: ics, oppure: di raggi X anche se a me viene da dire X di pareggio!
Y indicata semplicemente del suo nome: ipsilon, y greca, oppure: o di Yacht – di York
Z di Zara o di Zorro

lunedì 9 dicembre 2019

09/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione "Alle calende greche"


Dire "Rimandare, mandare alle calende greche" vuol dire rimandare ad un futuro indeterminato o ad un giorno che non verrà mai.
Origine
L'origine dell'espressione risale al periodo dell'Antica Roma.
Si tratta di una formula usata dall'imperatore Augusto riferendosi al pagamento dei debitori insolventi (che non avveniva mai). Per Roma, le calende erano il primo giorno di tutti i mesi dell'anno che, generalmente, coincidevano con giorni di pagamenti. Però, nel calendario greco il termine non esisteva. Si trattava pertanto di un giorno che non arrivava mai.


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domenica 8 dicembre 2019

08/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la parola desueta LALOFOBIA

La lalofobia è la paura morbosa di parlare; l’avversione alla loquacità.

Origine
Lalofobia viene dal greco, è composto dal verbo lalêin, parlare e -fobia, timore, paura.

Strano che sia femminile!

sabato 7 dicembre 2019

07/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la spiegazione di "perché si dice fare un brindisi"
Origine
L'espressione fare un brindisi, ha origine dal tedesco, precisamente dalla frase bring dir’s, che significa lo porto a te.

Il significato di fare un brindisi, insomma, rimanda all'azione di portare il calice verso il tuo (a te) a mo’ di buon auspicio: per brindare a te, per l’appunto. 

L’origine di questo gesto non è però tedesca, ma romana: pare che gli antichi Romani, infatti, fossero soliti brindare tra loro per evitare avvelenamenti da parte dei soldati alleati (una spia che avesse voluto avvelenare l’esercito non avrebbe potuto usare i calici, poiché poi avrebbe dovuto brindare con il suo stesso veleno). 

In Italia si usava anche la forma latina Prosit, ormai in disuso: terza persona singolare del congiuntivo di prodesse, significa ti sia di giovamento e veniva usata dal sacerdote quando finiva la celebrazione della messa e tornava in sacrestia.

Quando si fa un brindisi in genere si esclama anche "cin cin": tale esclamazione affonderebbe le sue radici nel cinese ch’ing ch’ing ‘prego prego’, poi divenuto chin chin tra i commercianti inglesi dell’età vittoriana e particolarmente apprezzato proprio in Italia per via del suono che richiama in modo chiaro i bicchieri che battono.

venerdì 6 dicembre 2019

06/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è una curiosità relativa al gioco "un, due, tre stella!"


Un, due, tre, stella! è un gioco da bambini tradizionale.
Tutti i giocatori, salvo il capogioco, si pongono dietro una linea, mentre il capogioco si pone di spalle appoggiato a un albero o a un muro a circa una ventina di metri. Il capogioco scandisce a voce alta e chiara "Un, due, tre ... stella" e quindi si volta verso i giocatori. Questi ultimi possono muoversi fintantoché il capogioco è di spalle, ma devono immobilizzarsi quando questi si volta a guardarli. Se un giocatore si muove mentre osservato deve tornare alla linea di partenza. La cosa si ripete fino a che uno dei giocatori vince raggiungendo o superando la posizione del capogioco

La curiosità è relativa all'origine della formula, che ha dato nome al gioco. 
Praticamente visto che le regole del gioco prevedono che i giocatori si debbano bloccare, voltandosi all'improvviso, quale modo migliore di farlo che intimargli un imperioso «stai là!»? E questa è solo la spiegazione “logica”, ma in realtà ce n’è anche un’etimologica, perché la frase «un, due, tre, stai là!» deriverebbe dal piemontese «un, due, tre, ste’ là!», poi “tradotto” per adattarsi al resto d’Italia. E storpiato in «stella», appunto.

giovedì 5 dicembre 2019

05/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di "italiano" di oggi è la parola MAYDAY



Mayday è il termine usato internazionalmente nelle comunicazioni radiotelefoniche per chiedere aiuto: corrisponde al segnale SOS usato nelle comunicazioni radiotelegrafiche.


Origine

Nel 1906 a Berlino l’espressione di emergenza era SOS, che aveva una codificazione morse molto più semplice e distinguibile, data da tre punti, tre linee e tre punti.

Nonostante l’efficacia di quest’espressione, dal 1927 si iniziarono a sentire le prime richieste di aiuto con “Mayday”. L’origine risale infatti alla prima guerra mondiale, nel periodo in cui i piloti inglesi sorvolavano la Francia per attaccare le linee tedesche guidate dal Barone Rosso. Quando avevano bisogno di aiuto gli inglesi in volo o in nave, non riuscendo a pronunciare correttamente le parole francesi “M'aidez” (che significa “aiutatemi”), dicevano “Mayday”. In moltissime altre occasioni, nonché durante la seconda guerra mondiale, si continuò a usare il termine “Mayday” per richiedere aiuto, tanto che nel 1948 venne dichiarato espressione ufficiale per velivoli ed imbarcazioni per indicare una necessità di aiuto urgente.

mercoledì 4 dicembre 2019

04/12/2019: una pillola di italiano al giorno


La pillola di italiano di oggi è la parola desueta EUPEPTICO

Eupeptico si dice di sostanza che stimola l'appetito e facilita la digestione, o sostanza che ha questo effetto


Origine
da eupepsia, voce greca composta da eu- 'buono' e pèpsis 'digestione'.

Quindi eupeptico è un aggettivo riferito in genere a quei cibi, bevande e aromi che, attraverso i recettori gustativi e olfattivi, stimolano i riflessi nervosi responsabili dell'aumento della secrezione del succo gastrico nello stomaco, favorendo in tal modo sia l'appetito che i processi digestivi. Esse sono perlopiù esplicate da varie piante medicinali tipiche dell'erboristeria e dell'aromaterapia come, per fare solo qualche esempio, la genziana, il cardamomo o il coriandolo, i ben noti carciofo, anice e rabarbaro, le radici di rafano, liquirizia o curcuma, l'essenza di menta piperita o il frutto e il gambo dell'ananas, nonché da svariati prodotti farmaceutici, integratori alimentari e distillati alcolici (i cosiddetti amari) a base di sostanze vegetali. E forse anche la Pepsi?

martedì 3 dicembre 2019

03/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è l'espressione A UFO

A ufo significa "senza pagare", come esenzione dai dazi, anche se oggi generalmente ha una connotazione negativa come ad esempio per un privilegio percepito come arbitrario. Ad esempio: "Quello scroccone viene sempre a mangiare a ufo". 

Origine

Deriva dalla storpiatura dell'acronimo latino A.U.F., Ad usum fabricae, ovvero destinato ad essere utilizzato nella fabbrica, è una dicitura in lingua latina che, secondo una tradizione italiana, contrassegnava, nel Medioevo, i beni esentati da ogni dazio, perché, ad esempio, destinati alla costruzione delle cattedrali.
L'espressione nacque nel periodo in cui si rifaceva la Basilica di San Pietro, perché i materiali occorrenti godevano di particolari franchigie. La dicitura veniva apposta sui carri, o sui barconi che risalivano i fiumi; spesso i cartelli contenevano le sole iniziali "A.U.F."
Secondo altri la scritta A.U.F. avrebbe significato Ad urbis fabricam. A Milano, invece, la scritta sarebbe stata Ad UFA con il significato di Ad Usum Fabricae Ambrosianae (con riferimento alla fabbrica del Duomo di Milano, i cui blocchi, provenienti dalla Val d'Ossola via fiume, recavano appunto tale scritta).
Per la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore (il Duomo di Firenze) il materiale proveniente da varie zone della Toscana era marcato "A U.F.O.", che significava appunto "Ad usum Florentinae Operae" e quindi esente da tasse.

lunedì 2 dicembre 2019

02/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano di oggi è la parola ADDIRITTURA


Il significato originale di questa parola è oggi desueto: voleva dire direttamente, senza interporre altro. 
In questo senso si sarebbe detto "Arrivo domattina con il treno e vado addirittura al lavoro, senza prima lasciare i bagagli". Sì, suona molto strano.
Questo significato con il tempo si è perso e la parola addirittura oggi ha un valore totalmente diverso.
La usiamo per esprimere stupore, meraviglia di fronte a un avvenimento particolare.
Per esempio: “Quest’inverno la temperatura è scesa fino agli zero gradi, addirittura ha nevicato!”
L’uso di addirittura, in questa frase, serve a sottolineare il fatto che abbia nevicato, un evento davvero speciale per la persona che parla.

Per i misteriosi moti della lingua il direttamente si è mutato in perfino; con un minimo sforzo si può intuire come i loro due significati possano giungere a collimare: dal direttamente, al senz'altro, all'assolutamente, al perfino - secondo un gradiente di sfumatura che ha il tono di un sentimento diretto, pieno e certo. Tanto da sconfinare in un'espressione di meraviglia.

Oggi addirittura è una parola comune e versatile, che si presta eccezionalmente bene a marcare qualità o fatti straordinari. "Addirittura!" è fra le esclamazioni più compassate in uso nella lingua di tutti i giorni.

domenica 1 dicembre 2019

01/12/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di italiano è la parola bella FLORILEGIO


Un florilegio è una raccolta di opere o brani scelti

Origine
dal latino: florilegium, composto da flos fiore e dal tema di legĕre scegliere, cogliere. È calco del greco anthologia, ànthos fiore lègein scegliere.

Questa parola è un sinonimo quasi perfetto di antologia: entrambe si fondano sulla metafora del mazzo di fiori per indicare una raccolta scelta di brani od opere di scrittori o artisti. Però, nell'uso, si differenziano abbastanza.
Infatti mentre la parola "antologia" di rado si discosta dal significato concreto di raccolta di opere d'arte, il florilegio si usa anche per estensione, specialmente con significato ironico. 
Per esempio "Il politicante, nel dire la sua su un certo argomento, espone un florilegio di idiozie." Oppure "Il tema del candidato si rivela un florilegio di errori clamorosi".
Il florilegio, in fondo, rimane sempre un mazzo scelto di fiori; ma può essere composto anche da ben altre cose.

Insonnia

Nell'inquieta luce della sera conto i miei versi ad uno ad uno per dormire in attesa di una rivoluzione. C'è bisogno di prudenza anc...