E' una regia precisa, ragionata per immagini, per vignette, quasi fossero le illustrazioni viventi di un libro.
Grande protagonista è il geniale e istrionico Gigio Alberti, che interpreta diversi personaggi con una verve strepitosa e rispecchia a pieno la mia idealizzazione di "personaggio di Calvino", con la stechiometria narrativa e grammaticale che vedo nelle sue opere.
Ma non è assolutamente un inno all'amore, è un'esplorazione dei personaggi, dei protagonisti delle vicende di cuore: gli innamorati, ma soprattutto delle loro sinapsi mentali e degli itinerari tra il silenzio interiore e la vacuità delle parole.
E' un'analisi schietta delle sensazioni che normalmente mascheriamo o minimizziamo, e queste sensazioni hanno un suono, un rumore, una musica che sentiamo dentro di noi e che non sempre riconosciamo,
Alla fine lascia nel pubblico la consapevolezza quasi dolorosa della verità, scoperchia il vaso di pandora delle abitudini e delle consuetudini. Ha il potere di comunicare con estrema ironia e leggerezza la disillusione su quella vitale sciocchezza che consuma gli uomini e che chiamiamo amore.
Avete ancora tempo per andarlo a vedere, sono in replica fino al 30 Aprile.