Scrivo da sempre. Sono una persona molto tecnologica, cioè
diciamo che ho scelto la tecnologia come lavoro, ma anche per le mie passioni,
per esempio per leggere uso il kindle ma per scrivere mi serve la carta.
Mi piace scarabocchiare i fogli bianchi con una bic nera. Scrivere
a mano mi dà l'idea di disegnare la parola, di accarezzarla e di farla mia.
Io scrivo veramente male, cioè la mia grafia è all'esatto
antipodo della calligrafia. Spesso ho invidiato le mie amiche o mia sorella per
la grazia, la rotondità e l'eleganza delle loro parole scritte, però sono
affezionata alla mia...crittografia.
Chi mi conosce sa che non si capisce davvero nulla, nessuno
mi chiede gli appunti, tutti mi fanno la classica battuta "dovevi fare il
medico" o suppongono che io conosca l'egiziano antico.
Ma è anche uno scudo contro gli sguardi indiscreti, io posso
scrivere anche su un treno senza correre il rischio che la persona accanto a me capisca qualcosa.
E credo che scrivere serva anche a me stessa per leggere le mie
verità a "chiare" lettere, soprattutto quando cerchiamo di autoingannarci.
E oltre a scrivere pensieri buttati lì così o la lista della
spesa, mi diletto a scrivere qualcosa che assomigli a delle poesie.
Scrivere poesie è guardarci dentro ed esprimere la pienezza
dei nostri sentimenti senza inibizioni o maschere, con arte. E' un viaggio nella
propria anima, che può essere fatto con
gli occhi di un bambino, innocenti e pieni di speranza, può essere continuato
con gli occhi stanchi di chi ormai non spera più, può essere illuminato con gli occhi di
chi ama, di chi odia o di chi è curioso e desideroso di scoprire. Si dice molto
spesso che la poesia è dolore, che i suoi contenuti sono tristi. E in buona
parte questo è vero, ma allo stesso tempo la poesia è un'arte che non sopporta
il lamento confortevole anche se è prodotto da un dolore autentico e profondo e
spesso cela la verità enigmatica e misteriosa nell'ombra di figure o di
metafore.
La poesia non è uno stato di improvvisa ebbrezza, non è
confessione immediata, non è uno sfogo anche se a volte può aiutare a tirarsi
su. La poesia è un'arte e una forma di espressione e conoscenza che richiede
virtù e sensibilità specifiche, ma anche studio, consapevolezza del linguaggio
e della forma, parole giuste scritte con un paziente lavoro di attesa, di messa
a fuoco, di ricerca nel profondo e di capacità di elaborazione. Quest'ultima
può anche essere solo mentale, lentissima o velocissima: i procedimenti
possibili sono pressoché infiniti, quello che conta è il risultato come del resto
nella musica e nella pittura.
Scrivere poesie non è difficile, il difficile è scriverle
bene. Ma se non vogliamo pubblicarle o farne un mestiere, l'importante è che
piacciano a noi stessi. Tutti possiamo essere poeti, l'importante è fare uscire
la crisalide dal bozzolo, vincere la confusione circostante senza imitarla,
lasciare che la magia venga da sola, perché è rischioso andarla a cercare.
Detto questo, io continuerò a scrivere senza particolari
pretese, perché mi fa sentire bene: è una personale forma di felicità.
Nessun commento:
Posta un commento