giovedì 4 gennaio 2018

Assuefazione

Viviamo così, trincerati
in lunghe attese
che dilatano spazi infiniti
usurati dall'abitudine,
disincantati dalla vita,
spenti dall'inerzia.
Liberi, solo, di essere fantasmi
in città offuscate da splendori.
Dalla finestra immersa nella nebbia
la notte dorme sopra il sonno.
E il vuoto nella stanza
è l'unica impronta
del mio vivere sbadato.
Una lacrima di emozione
brilla nei pittoreschi colori dell'aurora
lasciando scie umide
di solitudini ed inferni dove l'anima stanca
a volte fugge e si nasconde.
 Solo, gli alberi fuori
protesi verso la luce
mi donano una lieve promessa
di felicità.
Trovare salvezza
nel caso.
Mi sveglio con l'odore
che ha la pioggia
prima che cada.

E chiedo al vuoto
di non essere invadente

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