mercoledì 30 ottobre 2019

30/10/2019: una pillola di italiano al giorno

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La pillola di "italiano" di oggi è: OK


La parola OK, scritta anche okay,  forse non è propriamente una parola di origine italiana (anche se c'è un'ipotesi di origine latina), ma è impensabile eliminarla dal nostro dizionario quotidiano.
Indica positività e sostituisce le espressioni «va bene», «sì», o comunque un assenso.

Origine
La prima apparizione certa, nella forma «o.k.», risale al 23 marzo 1839 nel Boston Morning Post.
A dispetto della sua diffusione universale, non c'è una teoria condivisa sulla sua origine
Ecco alcune delle ipotesi più comuni:
  • In Russia si crede derivi da "очень хорошо" (trascrizione fonetica: ochen' khorosho): il grido che solevano urlare gli scaricatori di porto agli equipaggi delle navi di tutto il mondo per indicare "molto bene" (tutto il carico è stato stivato/scaricato perfettamente). L'uso del termine O.K., iniziali della trascrizione fonetica, si sarebbe così diffuso "via mare" anche al mondo occidentale.
  • Dal greco Όλα Καλά (ola kalà), che significa "tutto bene". Per adesso questa e la precedente sono le uniche coincidenze fonetiche e letterali del termine O.K
  • Dal latino hoc est ovvero "è così", molto usato come assenso nell'Impero romano.
  • Dalla lingua dei Choctaw, una popolazione nativa americana, dove figurava la parola okeh con la stessa pronuncia e lo stesso significato.
  • Dalla lingua sioux, (la tribù di Toro Seduto, Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo) dove la parola Hoka hey (pronunciato Hokehey) significava "va bene", "si può fare", reso famoso dalla frase "hoka hey, oggi è un bel giorno per morire" come grido di guerra.
  • Secondo l'opinione più diffusa nei dizionari di lingua inglese starebbe per Oll korrect, cioè all correct scritto deliberatamente in modo sbagliato per enfatizzarne il significato.
  • Dalla lingua bantu uou-key (trascrizione fonetica) sta per "certamente sì": l'espressione potrebbe così essere filtrata dalla lingua degli schiavi africani nell'uso statunitense.
  • Dall'antico provenzale oc, che significa "sì".
  • Dalla frase gaelica och, aye, "oh sì", che testimonierebbe anche la sua diffusione negli Stati Uniti a opera degli immigrati irlandesi.
  • Ci sono anche teorie che riconducono l'origine alla sigla di un nome proprio, per esempio di una persona preposta al controllo di prodotti, trattative, contratti, elenchi o simili. Tra queste figura la storia di Otis Kendall, che agli inizi del XIX secolo lavorava al porto di New York. Il suo lavoro consisteva nel controllare le merci in carico e scarico ed era solito apportare le iniziali del suo nome "O.K." sulle casse vidimate. OK per antonomasia.
  • Dall'espressione "0 Kelvin", pronunciata oh kay, indicante la temperatura di zero assoluto, spesso indicata con il termine "cool" che in lingua inglese significa anche "tutto bene".

  • Dai militari inglesi e statunitensi che dopo le battaglie facevano un giro di perlustrazione per contare o recuperare i soldati rimasti uccisi. Alla fine scrivevano su una bandiera il numero dei morti seguito dalla lettera K, l'iniziale di killed che in inglese significa "uccisi". Quando in rari casi nessuno era morto sventolavano la bandiera con scritto "OK", ossia zero uccisi (in questo caso, la "O" sarebbe non una lettera "o", ma uno zero). 
Quest'ultima è l'etimologia più accreditata in Italia. L'inizio del suo uso in Italia viene fatto risalire al 1943, anno nel quale le truppe statunitensi sbarcarono in Sicilia e iniziarono la campagna militare per liberare l’Italia e i soldati battevano i campi di battaglia contando i morti. 

fonte: Wikipedia

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