Ieri sera in scena al Piccolo Teatro c’era "I Miserabili" di Victor Hugo,
per la regia di Franco Però.
Condensare
in 3 ore tutte le 1500 pagine del libro non è facile, ma l’adattamento dei
testi di Luca Doninelli riesce a cogliere il senso ultimo del romanzo,
riuscendo a trasportare il pubblico in una profonda riflessione che arriva
dritta al cuore dell’etica di oggi
La vicenda dell’ex galeotto Jean Valjean, interpretato
magistralmente da Franco Branciaroli, liberato dopo vent'anni di lavori forzati
ed in cerca di un possibile riscatto, di un posto nella società, incrocia le
vite d’altri più miserabili: quella della morente Fantine, giovane ragazza
madre sfuggita all'arresto per prostituzione, e delle sua sfortunata figlia
Cosette, quella di Marius, rivoluzionario
e idealista che si innamora di Cosette.
Ma, nonostante il
cambio di vita, la miseria da cui proviene sarà sempre lì, pronta a
riprenderlo, nella figura dell'ispettore Javert. Perché la miseria non è un
valore assoluto: è la Società, quella di allora come quella di oggi che
giudica, decide, etichetta: "è la società", dirà lo stesso Valejean, "a fare i
galeotti". E allora bisogna distinguere. Separare la miseria economica da
quella morale: se la prima va al di là della volontà (la triste vicenda del
protagonista ha origine dal furto di un pezzo di pane, commesso da ragazzo, per
cui sarà costretto a subire vent'anni di carcere), la seconda si fonda sulle
scelte di ognuno.
Perché “I Miserabili” non è una commedia e non è un
tragedia: è un dramma, un dramma sociale. Ed occorre ricordarlo prima e dopo
aver comprato il biglietto: perché può piacere o meno, che si sia letto il
romanzo o che se ne ignorino trama e personaggi, ma è comunque necessario
accostarsi al dramma, a questo dramma, disposti a lasciarsi coinvolgere, ad
accettarne i ritmi ed i toni.
Riuscire a cogliere l’occasione per tornare a riflettere e
lasciarci commuovere da uno di quei testi che continua a parlare agli uomini e
alle donne di ogni epoca, costituendo un inestimabile patrimonio dell’intero
genere umano, da preservare e continuare a raccontare.
ANDATECI!
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