martedì 29 maggio 2018

Per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti

"Storia di un impiegato" è uno spettacolo tra musica e teatro. È la storia di un impiegato scontento e insoddisfatto del suo lavoro e della sua vita. Si sente incastrato in sovrastrutture sociali e aziendali e non vede prospettive future.
È un album di De André del 1973, ma è stato rivisitato e attualizzato dal drammaturgo Antinolfi per la regia di Leschiera. Quindi, in questo caso, si passa dalla riunione e dallo schedario, alla call schedulata e al database.
Sono passati 45 anni ma stupisce, con amarezza, quanto le sensazioni siano, anche oggi le stesse. Quel senso di sconforto, di inadeguatezza, di insoddisfazione dell'impiegato in primis, dell'individuo poi, che si sente solo, bloccato in un ufficio, in un contratto, in un lavoro...
Nell'opera, un impiegato mediocre racconta in prima persona il suo tentativo di ribellione nelle piccole battaglie quotidiane, delle sue sconfitte...e del senso inaspettato e paradossale di rivalsa finale.
"Storia di un impiegato" è un'opera leggera, ma allo stesso tempo, un macigno di verità.
È stato catartico, quasi doloroso, vederla di lunedì.
Un altro maledetto lunedì del tran tran dell'impiegato, l'inizio di un altro giro sulla ruota del criceto.
Fa riflettere con arte, soprattutto grazie alla squisita interpretazione musicale della band, specialmente del maestro Walter Bagnato, pianista eccezionale con una voce calda e profonda niente male!
Credo che possa dare uno spunto in più per trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro!
Mi dispiace, per voi, che sia rimasta solo la replica di oggi (martedì 29 maggio) al Teatro Libero.
Io se fossi in voi...ci andrei!

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