martedì 18 marzo 2014

"La lingua è la veste del pensiero"

Sto sempre a scrivere di quanto sia strano il francese e di quanto sia forte il loro nazionalismo linguistico. Ho comunque fama di essere un po' pedante nelle correzioni della nostra cara lingua madre, sia qui che in patria.
Allora ho deciso di scrivere un vademecum, che non vuole certamente essere esaustivo e che in realtà serve solo a me per non continuare a leggere quest'articolo per la tesi!

Mi piacerebbe analizzare gli errori e gli orrori più comuni della lingua italiana, ma anche raccontare qualche curiosità della nostra lingua.
  •  La parola pò non esiste, esistono Po, il fiume e po', con l'apostrofo, come troncamento di poco.
  •  "Un'oca" e "un armadio": l'apostrofo serve solo con le parole femminili che iniziano per vocale.
  •  "Qual’è" non esiste, si scrive "qual è" perché si tratta di un troncamento di “quale”, non di un’elisione. Allo stesso modo di qual buon vento, buon uomo e nessun dubbio.
  •  Sì, come risposta affermativa si scrive con l'accento per distinguerlo dal si, senza accento, che è un pronome.
  •  Mi rifiuto di parlare dell'uso di congiuntivo e condizionale. Chi non sa coniugare i verbi nel modo e nel tempo giusti, nella propria lingua madre, non dovrebbe avere nemmeno la licenza elementare.
  •  Da, dà e da' hanno tre significati diversi: da è la preposizione semplice ("Vengo da Roma"), dà è voce del verbo dare ("Mi dà una mano") e da' è il troncamento di dai ("Da' una mano a Carlo!).
  • Vale la stessa cosa per fa e fa', mentre non esiste fà, come non esiste dò.
  • La d eufonica di ad o ed serve per far sì che la frase scorra meglio e abbia un bel suono, si usa solo prima di parole che inizino per vocali. Quindi la forma corretta è "Vado ad Ancona".
  •  Affianco o a fianco? Affianco è la prima persona singolare del presente indicativo del verbo affiancare, quindi per dire "a lato di" la forma corretta è a fianco.
  • C'è una regola che ha poche eccezioni ed è quella per formare il plurale di parole che terminano in "cia" e "gia": se la c e la g sono precedute da una vocale (ciliegia, camicia, fiducia), allora la i si mantiene nel plurale; se invece la c e la g sono precedute da una consonante (pioggia, pancia), allora la i si elimina. Le eccezioni sono ciliege, valige, e provincie per le quali sono accettate entrambe le forme.
  • Daccordo o d'accordo? La forma corretta è "d'accordo".
  • Se stesso o sé stesso? Quando il se è accompagnato da stesso l'accento non è necessario. Nel se, usato come particella ipotetica l'accento non ci va, ad esempio "se avessi". Quando troviamo il se come forma non ipotetica bisogna mettere l'accento, ad esempio "va da sé".
  • Aspirapolvere è maschile e aspirapolveri non esiste..Si dice "i nuovi aspirapolvere sono silenziosi".
  • Televisore e televisione non sono sinonimi: il televisore, l'apparecchio elettronico serve per fruire del servizio della televisione, la trasmissione di programmi. Quindi a meno che non stiate a guardare lo schermo nero non si dice "Sto guardando il televisore".
  • Qualche altra curiosità: grattugiare si scrive solo con due g, collutorio con una sola t e il vocabolario non morde.

Continua...

2 commenti:

  1. Brava Claudia! Hai fatto un quadro sintetico ed esaustivo degli errori ortografici più comuni in Italiano... Continua....

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