Sto tornando in Italia.
Sono sul treno, sono
sveglia da 10 ore e sto rimpiangendo il silenzio dei francesi, ma solo perché
c'è un imbecille che parla di luoghi comuni. Non si potrebbe obbligarlo a trasferirsi
all'estero, a seguire il suo cervello, perché è impossibile che sia nel suo cranio
ora!
Non mi sento ancora a casa, perché questa parlata così
nordica non mi appartiene però si sente che sono in Italia: le persone parlano,
fumano sotto il cartello di vietato fumare e soprattutto urlano parlando al cellulare,
ma chiacchierano anche con gli sconosciuti. E a me piace tutto questo!
La prima cosa che ho
fatto a Torino è stata prendere un
caffè: è troppo buono il caffè italiano.
Questo è davvero un caffè, non quella brodaglia che sembra
la risciacquatura di piatti sporchi che osano chiamare "café".
E appena arrivata mi sono potuta togliere uno sfizio enorme,
prendendo spunto dallo sketch della comica Teresa Mannino.
Allora, nella mia epopea era compreso prendere un autobus Chambery-Torino,
in attesa a Chambery, in mia compagnia c'erano tanti francesi, diretti nella
nostra bella nazione. Sottolineando il fatto che nel viaggio di andata
Italia-Francia, sempre in autobus, siamo stati fermi alla frontiera, anche se
"dovremmo" essere in Europa, due poliziotti sono saliti e ci hanno
controllato passaporti e carte d'identità.
Nel viaggio di ritorno, Francia- Italia non è successo niente di tutto questo!
Una volta arrivata a Torino, una signora del gruppo dei
francesi che era sul mio autobus, mi si è avvicinata chiedendomi se parlassi francese
e io ho risposto di sì e me ne sono subito pentita, avrei dovuto dire "siamo in Italia, parliamo italiano",
così come è stato detto a me a Grenoble da una "simpatica" signora italofrancese.
Comunque poi ha proseguito chiedendomi: "C'est ici
l'arrêt de Italò?" e io, decisa a prendermi una piccola rivincita: "Scusi non ho capito" e lei di nuovo :
"C'est ici l'arrêt de Italò?" e io di nuovo: "Non capisco",
al che ha tirato fuori il biglietto dalla borsa e me l'ha mostrato e io: AHHH
ITALO!"
E l'espressione sul
suo viso, mi ha fatto sentire come nella scena finale della pubblicità di Mastercard!
Quindi ho preso Italo e nel classico annuncio di benvenuto, sono rabbrividita
perché il capotreno è diventato il train manager.... Credo che ogni commento
sia superfluo.
Train manager? Siamo nel ridicolo... Brava, Claudia!
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