giovedì 13 febbraio 2014

Il modo migliore per venirne fuori è sempre passarci attraverso

"Uno dei piaceri del viaggio è immergersi dove gli altri sono destinati a risiedere, e uscirne intatti, riempiti dell'allegria maligna di abbandonarli alla loro sorte."

Grenoble è una carinissima cittadina tra le Alpi, dove hanno tutti la fissa per lo sci.
In un qualsiasi discorso tu faccia, con chiunque, anche con l'impiegata della banca, puoi star certo che ti chiederà se il prossimo fine settimana (fin de semaine) andrai a sciare.  Io aspetto la primavera con ansia...
E' proprio la città dello sport, dai pazzi pseudoatleti che corrono anche con i doposci ai cittadini normali che non appena le porte del tram si aprono iniziano a correre per andare chissà dove. A quelli che vanno al lavoro in bici (vélo) e sembra si stiano allenando per il tour de France.

E poi ci sono io, che se vedo che il tram sta arrivando e accelerando il passo potrei prenderlo, rallento, tanto ne passerà un altro subito dopo.
Io che arrivo in laboratorio e con calma, prima di accendere il pc devo prendere il caffè.
E sorseggiando il mio pseudocaffè osservo questi due che sono in laboratorio con me e che lavorano già da almeno un'ora, in rigoroso silenzio: l'"Eccezione" e il "Gentile".
L'"Eccezione" è brasiliano, ma sembra tutto fuorché brasiliano: non è particolarmente avvenente (fanculo il politicamente corretto è proprio brutto!) non ama il calcio e non beve caffè.
Mentre il "Gentile" è un ragazzo francese, forse un po' schizzato ma simpatico. Mi saluta 10mila volte al giorno!
Questa è un'abitudine dei francesi, salutano, di continuo, e se in Italia a stento ti salutano i tuoi vicini di casa, qui, ti salutano tutti, anche gli sconosciuti e anche più volte al giorno.
Però bisogna fare attenzione, ci hanno insegnato che bonjour” si utilizza per augurare il buongiorno e quindi fino ad una certa ora della giornata, dopo la quale si usa il “bonsoir”,  ma non è così. Infatti, i francesi, per il semplice gusto di metterti in difficoltà, utilizzano “bonjour” anche nel senso di “salve” e questo complica le cose: capita infatti di rivolgersi a qualcuno alle otto di sera con un vigoroso “bonsoir!” e sentirsi rispondere “bonjour! anche con fare stizzitoE non si sa con quale sincerità, per concludere una conversazione o prima di andare via augurano immancabilmente“bonne journée” e “bonne soirée".
Questa, però, è una forma di gentilezza che non mi dispiace!
Sono convinti di avere la migliore cucina del mondo e infatti la città pullula di bar brasserie, boulangerie, patisserie, dove si può sperimentare qualche cibo puramente francese. Ma, ringraziando il cielo, la città è anche piena di pizzerie (veramente italiane) e ristoranti orientali, perché i cinesi sono come il prezzemolo o meglio come il coriandolo. In alternativa ci sono naturalmente le grandi catene di fast food, che loro, per fortuna solo a volte, chiamano restauration rapide o il classico kebab, che però qui si chiama sandwich grec.
E a Grenoble c'è un clima più mutevole del mio carattere, può piovere e può splendere il sole a intervalli di 10 minuti.
Però quando c'è il sole, il cielo, le montagne, la città assumono dei colori vivi e brillanti che sembra di guardarli in alta definizione e questo mi rallegra la giornata!




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